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Quella doppia idea di nazione: alla francese o alla tedesca?

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di SERGIO SALVI La parola “nazione” (dal latino nasci, “nascere”), fino almeno alla metà del XVIII secolo, veniva usata sporadicamente (in Europa) per indicare un gruppo di individui che vantavano un’origine comune, provenivano da uno stesso luogo geografico di estensione variabile oppure, per un’estensione, questa volta di significato, condividevano un medesimo status sociale e culturale o addirittura una medesima professione, arte o mestiere. Definiva insomma una categoria all'interno di un contesto più vasto, fosse questo uno Stato dinastico, l'Impero, la Chiesa, un’università degli studi, un consesso prestigioso o una riunione, come si dice oggi, d’alto livello. Quasi all'improvviso, nella seconda metà di quel secolo, le venne affidato un nuovo (esplosivo) significato. Divenne l'idea-guida di un nuovo e burrascoso corso della politica e della storia. Non conviene certo ripetere quanto è stato detto e scritto abbondantemente in proposito: è semmai utile r
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