di REDAZIONE
Scritto da Maria Immacolata Macioti in occasione del centenario della strage degli armeni, non è un libro sul genocidio, ma il racconto delle conseguenze che il genocidio ha avuto sulla vita degli armeni. E' la narrazione della diaspora di un popolo che abitava nei confini dell'Impero ottomano e che oggi vive disperso nel mondo, ancora costretto a migrare alla ricerca di un'esistenza normale. Si migra dall'odierna Repubblica di Armenia nata nel 1991 dopo settanta anni di appartenenza all'Unione Sovietica, che comprende la parte settentrionale dell'antica patria, dove il commercio non e' aiutato dalla chiusura delle frontiere con l'Azerbaigian e la Turchia, ma contemporaneamente si migra anche verso la Repubblica di Armenia, come nel caso di chi abitava in Siria ed e' stato costretto a fuggire in seguito alla crisi siriana in atto. Che ne è stato degli armeni in questi cento anni? si e' chiesta Macioti, per oltre trent'anni docente di Sociologia e già autrice, tra gli
Secondo Maurizio Blondet, i Giovani turchi erano in realtà dönmeh il che si spiegherebbe la cappa di silenzio intorno sull’olocausto armenio e sulle sofferenze della diaspora (gli armeni sono cristiani perciò non graditi al NOM).
Spero che non tocchi la stessa fine anche al popolo veneto: o e’ gia’ ESTINTO..?
Anche qua si fa fatica a parlare di SERENISSIMO VENETO (per non confonderlo col veneto itagliano) ai propri figli e nipoti.
E poi tante altre cose ma pare che a parlarne non serva… meglio interessarsi degli altri.
Cosi’ sempre degli altri e di noi mai..?
Stiamo soccombendo e non lo sappiamo.
At salüt
Preghiamo