di GIAN LUIGI LOMBARDI CERRI
Ormai il problema dell’ingresso di masse di extracomunitari è diventato di primaria grandezza e importanza. Purtroppo è trattato da chi ci governa e sfrutta esclusivamente a base di slogan, evidenziando in ogni momento una terrificante incapacità gestionale. Vero Alfano? Per rapinarci sono invece organizzatissimi come a Roma Mafia. Vediamo qualche slogan:
SLOGAN 1. - Poverini, fuggono dalla guerra!
Non è vero! Chi arriva dal Bangladesh, dal Pakistan, dall’India e da altri paesi dell’Asia non arriva a causa di una guerra. E cosi pure chi arriva dalla maggior parte dei paesi dell’Africa (27 su 58 sono in guerra) e da altri paesi che non sto qui ad elencare. Non bisogna tra l’altro dimenticare che chi arriva da paesi in guerra, questi sono in guerra perché se la sono voluta loro essendo tutte e solo guerre civili. Per i dettagli vedasi www.guerrenelmondo.it Smettano di ammazzarsi a vicenda, ammazzamenti fatti quasi sempre in
http://tinyurl.com/mtfz4b3
L’immigrazione di massa è incomprensibile senza un’analisi del ruolo politico esercitato dalle organizzazioni ebraiche (gli interessi strategici delle quali possono benissimo cozzare con quelli dei singoli ebrei, p.es. nel caso dell’immigrazione musulmana).
Approvo in pieno quanto detto nell’articolo di Lombardi Cerri così come il commento di Schwefelwolf.
Purtroppo il popolo itagliano non si sveglia e quindi ci tocca sopportare questa disgraziata invasione
con relativa perdita di libertà e autonomia di decisione.
Chiunque abbia avuto, come noi, la possibilità di seguire, negli Anni ’60, il processo chiamato “decolonizzazione” – cioè l'”emancipazione” dell’Africa dal “dominio bianco” – ricorda le innumeravoli foto di donne e bambini belgi (Congo), inglesi (Kenia, Uganda), portoghesi (Angola, Mozambico) massacrati a colpi di machete all’insegna dello slogan “l’Africa agli africani (neri)”. Tutti ricordiamo il documentario di Jacopetti (premio Donatello a Venezia!), “Africa Addio”, e lo scetticismo che accompagnò quel periodo in molte parti d’Europa: riusciranno i neri a gestire l’indipendenza che USA&URSS gli avevano fatto conquistare liberando l’Africa dalla fastidiosa presenza dei governatori bianchi? A distanza di 50 anni l’Africa “nera” ha dimostrato di essere capace di una cosa sola: di riprodursi come conigli. L’unico “prodotto” dell’indipendenza è un’incontenibile esplosione demografica (che porterà il continente a superare molto presto il miliardo di “abitanti”, per saranno – per il 90% – analfabeti, “disperati”, incapaci di mantenersi). La risposta all’interrogativo di Jacopetti ci viene oggi letteramente scaricata in casa dalle navi della Marina (militare?!) italiana. I nipoti di coloro che hanno trucidato migliaia di bianchi per “riappropriarsi” di un continente definito (chissà da chi?) “nero” sbarcano a casa nostra rivendicando – sorpresa! – un diritto di cittadinanza globale: l'”Europa dei bianchi” non ha piú diritto di esistere, deve diventare l'”Europa di tutti”. In ogni altro periodo della Storia – ma anche solo una cinquantina di anni fa – la risposta sarebbe stata semplice: se entri senza autorizzazione nelle mie acque territoriali, ti tiro un colpo di avvertimento a poppa, dopodiché – se non inverti la rotta – ti affondo. Questo modo di procedere era – ovviamente e giustamente – previsto dal diritto internazionale, che tutelava la sovranità (e quindi anche la difesa territoriale) di ogni Paese. Qualcosa è cambiato: senza un referendum, senza una consultazione popolare. Qualcuno – che da decenni controlla i media, i tribunali e tutto il resto – ci impone di ridefinire tutto: l’invasore diventa un “migrante”, il clandestino diventa un “disperato”, il delinquente (soprattutto se extra-comunitario) diventa un “ragazzo”. La Marina Militare viene impegnata in un’operazione (traghettamento di invasori) che un tempo sarebbe stata definita (e perseguita) come Alto Tradimento. La Polizia italiana viene costretta a prendere con le molle (nonché mascherine e guanti di lattice) questi miserabili che pretendono di dettare legge a casa nostra: e noi – gli “Italiani” – tutti lí a guardare… commossi dalla madre eritrea che ci viene a raccontare di avere una famiglia in Norvegia o dal “disperato” senegalese che vuole ricongiungersi con la famiglia in Francia (cosa che – se fosse vera – potrebbe essere richiesta direttamente all’ambasciata francese in Senegal). E noi? Tutti commossi: dalla zingara che ci racconta di essere già stata arrestata trenta volte perché ruba, ma rubare è “normale” o dal “ragazzo” zingaro ubriaco e drogato che travolge una famiglia perché “spaventato dalla Polizia”. Ovvio: è colpa della Polizia, che voleva chiedergli la patente… Nessuno ha detto alla Polizia che deve limitarsi a controllare i cittadini italiani non pregiudicati e paganti le tasse? Le leggi – cari Carabinieri, cara Polizia, care Forze Armate – valgono solo per gli Italiani onesti: per tutti gli altri vale la dispensa vaticana. Caro Lombardi-Cerri, ho paura che la nostra società abbia ormai deciso di lasciarsi suicidare.
Fa solo rabbia che a dircelo – a ridercelo in faccia – sia una faccia da rospo siciliana…
ops’, mi devo correggere: il colpo di avvertimento deve essere – naturalmente – a prua. Ma penso che anche a poppa si faccia capire…
Genocidio, non suicidio. L’immigrazione è solo l’arma usata per soffocare nella culla qualsiasi forma di nazionalsocialismo. “Per non dimenticare”.