di MATTEO CORSINI
Appena confermato al vertice del partito liberaldemocratico per altri tre anni, il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha promesso di "intensificare le misure di politica economica", con l'obiettivo di portare il Pil nominale a 600.000 miliardi di yen. Si tratterebbe di una nuova fase della cosiddetta Abenomics, fatta per lo più da deficit di bilancio, politica monetaria ultraespansiva da parte della banca centrale e, in misura molto minore, dalle cosiddette riforme strutturali (concetto che, come in Italia, vuol dire tutto e niente, ma serve a riempire talk show e giornali).
Da quando Abe è primo ministro (fine 2012) il Pil nominale del Giappone è aumentato complessivamente del 5.8 per cento, ossia in media del 2.3 per cento annuo. Per raggiungere i 600.000 miliardi di yen dovrebbe crescere del 20 per cento dai livelli di fine giugno scorso (considerando i dati trimestrali annualizzati pubblicati dall'ufficio di statistica giapponese).
Si tratterebbe,
La mentalità del samurai.
Questo maneggia la politica monetaria come se fosse una katana.
Stanno intonacando e verniciando l’edificio.
Ma sotto, la struttura portante è sfatta.