di MARIETTO CERNEAZ
Delle elezioni spagnole dello scorso 20 dicembre, sappiamo che il primo partito è quello "Popular" (che ha la maggioranza assoluta in Senato), ma che non ha i numeri per governare al Congresso. Sappiamo che Podemos è il terzo partito con il 20% circa dei consensi (i media han parlato solo di questa ennesima compagine comunista), i socialisti sono secondi e contano ben poco.
E i partiti autonomisti e indipendentisti? Su questo fronte, la compagine catalanista (ERC-CATSI) ha ottenuto oltre mezzo milione di voti e 9 seggi; quella Basca (EAJ-PNV), con oltre 30.000 voti, può contare su 6 seggi; la Coaliciòn Canaria, con qualche decina di migliaia di voti s'è assicurata la presenza di una deputata, Ana Oramas, e di un senatore, Pablo Rodríguez Cejas, eletto nella circoscrizione de "El Hierro".
Nonostante un discreto successo, ciò che emerge è che gli indipendentisti (tutti insieme) non potranno fare da ago della bilancia e permettere a Mariano R