di MARIETTO CERNEAZ
Stati Uniti e Russia sono, ormai, allo scontro diplomatico su quasi tutto. Oltre al caso dell'altro ieri della chiusura del consolato russo a San Francisco, ci sono i fronti caldissimi della Korea del Nord e del Venezuela (paesi coi quali Putin è alleato), che lasciano presagire un futuro in chiaroscuro. Eppure, quando si parla di indipendenza del Kurdistan, sia gli ex-sovietici che gli americani han deciso di mettersi di traverso.
Come abbiamo scritto più volte, il Kurdistan iracheno celebrerà il prossimo 25 settembre il referendum per la propria indipendenza. Anche Kirkuk (che galleggia sul petrolio) si unirà al voto, unendosi al governo del Kurdistan iracheno (Krg), che è determinatissimo a non retrocedere di un millimetro.
Uno stato Kurdo - secondo i consiglieri di Trump e Putin, aprirebbe la via alla spartizione del Paese, accedendo rivalità multi-confessionali ed interetniche, che peraltro gli americani e i russi hanno sempre foraggiato. I su
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