DI MATTEO CORSINI
Quando una qualsiasi impresa parla dei propri prodotti e servizi tende a metterne in luce i punti di forza, a volte con un eccesso di enfasi che ricade nella definizione di pubblicità ingannevole. Fa parte delle attività di marketing, per cui nessuno si stupisce di questo. Al tempo stesso, nessuno attribuisce obiettività e imparzialità a quelle comunicazioni. Come si suol dire, non è buona cosa chiedere all’oste se il suo vino è buono.
Questo semplice principio di buon senso viene tuttavia accantonato, per lo meno da parte dei mezzi di comunicazione mainstream, quando si tratta di analisi condotte da dipendenti di una determinata istituzione pubblica circa gli effetti dei provvedimenti assunti dall’istituzione medesima.
Ne sono un esempio gli studi che periodicamente sono condotti da economisti della Bce (o di banche centrali dei Paesi membri dell’area euro) circa gli effetti della politica monetaria. Magari capita anche che gli autori dichiarino