di MATTEO CORSINI
La quasi totalità dei partiti che in queste settimane sta chiedendo agli italiani che ne hanno diritto di votarli alle elezioni del prossimo 4 marzo ha posizioni variamente keynesiane in economia. Il “quasi” è dovuto al fatto che ci sono anche posizioni più orientate al marxismo. Di liberalismo non v’è traccia, se non ci si lascia confondere dalle etichette.
Gustavo Piga accoglie con soddisfazione l’opposizione pressoché unanime al Fiscal Compact, che prevede la riduzione dell’eccesso di debito rispetto al limite del 60% del Pil in un ventennio. Indubbiamente una regola che comporta sacrifici per chi è molto indebitato. Non ci si deve stupire, tuttavia, se chi ha meno debiti ne pretenda l’applicazione prima di farsi carico in parte anche dei debiti altrui.
Secondo Piga, dunque, “l’establishment politico italiano ha finalmente battuto un pugno sul tavolo che non passerà inosservato nelle stanze ovattate di Bruxelles, tanto più che esso
In italia i conti pubblici , naturalmente per quello che ci vien lasciato sapere, sono una fogna.
Gli attuali reggitori del potere non sono in grado di porvi rimedio.