di HANS HERMANN HOPPE
Fino agli anni '50, la maggior parte degli economisti condivideva l'opinione riguardo alla natura dell'economia espressa da Lionel Robbins, nella suo famoso Natura ed Importanza della Scienza Economica (1932).
Robbins, che era stato al tempo influenzato pesantemente da Mises, presentò l'economia come una certa specie di logica applicata (Mises la chiamerebbe “prasseologia”). Cominciava con alcuni premesse semplici ed ovviamente vere (assiomi), quindi giungeva per mezzo della deduzione logica a varie conclusioni (teoremi economici).
Queste conclusioni o teoremi erano, premesso che non fossero stati commessi errori nel processo di deduzione, logicamente veri e sarebbe un errore di categoria se uno desiderasse la “prova empirica” di tali teoremi. (Non chiediamo la “prova empirica” per le verità e gli argomenti logici, o le proposizioni matematiche. Per esempio, non verifichiamo empiricamente la legge di Pitagora, possiamo dimostrarla