di MATTEO CORSINI
Una delle cose interessanti di questo governo è che quasi tutti i suoi componenti (stra)parlano di questioni che non sono di pertinenza dei loro ministeri. Per esempio Armando Siri, consigliere economico (sic!) di Matteo Salvini, è stato piazzato a fare il sottosegretario alle Infrastrutture, ma un giorno sì e l’altro pure scrive articoli o rilascia interviste sulla finanza pubblica come se fosse il ministro dell’Economia.
Siri vorrebbe fare tutto subito, finanziando gran parte dei provvedimenti compresi nel contratto di governo mediante deficit aggiuntivo ed entrate una tantum. A suo parere la Commissione europea non consente di scorporare dal calcolo del deficit le spese per investimenti perché ritiene che taluni Stati membri sperpererebbero il denaro: “Lo spettro delle cattedrali nel deserto ovvero di opere che non si realizzano se non in tempi molto lunghi è la preoccupazione prevalente a Bruxelles dove si teme che l’utilizzo di eventuali fondi
Si arrampica sugli specchi.
Nessun intervento dello stato e’ mai stato produttivo, se non per chi ha pensato ad intascare tangenti per oliarne le realizzazione che se va bene si vedra’ dopo tempi indiniti… che sia il Mose che sia la Tav… ergo: ponti d’oro per opere con fondi privati che spendono cioe’ investono alla luce del sole e in fretta, perche’ i tempi biblici non sono mai produttivi… IInfatti c’entra sempre lo stato quando si verificano! diventando un colabrodo permanente …