di ALVARO VARGAS LLOSA
Con il capitalismo corrotto, l’azione riformatrice latinoamericana perpetua la sua storia di sottosviluppo, corporativismo, mercantilismo di stato, privilegio, trasferimento della ricchezza e diritto usato per finalità politiche in contrapposizione al diritto naturale o universale.
Nuovi interessi sono divenuti partners societari dello stato. Grazie a vari meccanismi corporativistici il governo ha distribuito risorse finanziarie fra imprese private. Le occasioni sono state riservate a una scelta élite privilegiata.
Come sempre, il sistema ha prodotto rendite, cioè guadagni predatori, frutto di interventi governativi, e non già della capacità dei produttori di soddisfare i consumatori, e la ricchezza è stata quindi ridistribuita dal basso verso l’altro. E infine, nel processo di smantellamento dello statalismo i governi latinoamericani hanno posto sul trono la malattia statalista per eccellenza: la subordinazione del diritto all’impero del pot
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