di PAOLO AMIGHETTI
Risalgono a pochi mesi fa le dichiarazioni di Umberto Bossi sulla separazione della Padania dall'Italia.
Il Senatùr, forse deciso a rispolverare i fucili (scarichi) e a ripescare dal cassetto il vessillo secessionista già una volta sbandierato, ha annunciato lo scorso dicembre che "l'Italia è stata sconfitta dalla storia, e che la Padania vincerà". I militanti assuefatti ai più disparati proclami hanno accettato con gioia la sterzata leghista: beati loro, che hanno ancora la forza di credere in qualcosa. Un'occhiata smaliziata tuttavia vale più di tante speranze: e nulla lascia pensare che Bossi abbia interesse a fare a pezzi un sistema grazie al quale ha edificato, in questi vent'anni, un feudo tangentizio e nepotista.
L'Italia si dividerà non grazie all'audacia della Lega, quanto alla sua ipocrisia e alla sua falsità, nodi cruciali che verranno al pettine. Perchè la più seria minaccia all'unità nazionale oggi non proviene dalle valli bergamasche
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