di ROBERTO PORCÙ
Ripenso alla mia gioventù, a quel Far West che mi affascinava e ricordo che c’era una stranezza che allora mi dava da pensare.
Primo caso: un cow boy ubriaco sparava, rompeva il grande specchio del saloon e lo sceriffo gli faceva passare la sbronza con qualche giorno nella cella attigua al suo ufficio.
Secondo caso: dei banditi rapinavano la diligenza, lo sceriffo, a capo di volontari del paese, dava loro la caccia e, se riusciva a prenderli vivi, li cacciava nella stessa prigione dalla quale, dopo il processo, sarebbero usciti per andare a spaccare i sassi a Yuma.
Terzo caso: veniva preso uno che aveva rubato cavalli, e che si fosse trattato di uno solo o di una mandria poco importava, sempre un ladro di cavalli era, da impiccare al primo albero o, dopo regolare processo, alla forca eretta nella piazza del paese.
Da ragazzo pensavo che un cavallo che mangia erba in un posto dove di erba ce n’era tanta e che si riproduce naturalmente, tant’è c