di ARTURO DOILO
Nel corso degli ultimi decenni e fino ad oggi, la legislazione in tema di proprietà aveva una parvenza di riguardo verso di essa, benché quest'ultima possa essere espropriata «nei casi previsti dalla legge», come da dettami della Costituzione più socialista dei paesi cosiddetti democratici.
Nel 2001, però, col "Decreto del Presidente della Repubblica dell'8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità) è stato abbandonato anche il sacro principio dell'inviolabilità della casa. Eppure, 23 anni fa non ci fu una gran cagnara in merito, fors'anche perché i cosiddetti "liberali" stavano al governo, dopo aver vinto le elezioni di quell'anno, nonostante la legge fosse nata da una proposta del ministro dei lavori pubblici del Governo Amato, Nerio Nesi.
Davvero il segno dei tempi, dato che quella norma non solo andava contro la Costituzione italiana, ma anche contro il "Protoc