di JAVIER MILEI
Molti dipendenti del Grupo editoriale Clarín sono particolarmente infuriati. Non smettono di tormentare il governo con bugie solo perché abbiamo detto che avremmo difeso gli argentini dall'abuso della posizione dominante che il Gruppo vuole avere nel mondo delle telecomunicazioni.
Sono abituati ad agire in questo modo. Fanno pressioni e manovrano i governi per ottenere vantaggi anche a spese degli argentini. Una di queste occasioni si è verificata durante la presidenza Duhalde, nel 2002. La sera stessa del suo insediamento ci fu una riunione in una casa di Banfield dove erano presenti Magnetto, Duhalde, Remes Lenicov e altre persone. In quel momento Clarín era sull'orlo della bancarotta.
In quella cena si decise di svalutare del 300% (svalutare significa impoverire gli argentini) e si approvò la Legge per la Conservazione dei Beni Culturali e del Patrimonio. Con questa legge, nessuna banca (che aveva dato in pegno le azioni del Gruppo come garanzia) avrebb