di MATTEO CORSINI
Più passano le settimane, più consistenti sono gli elementi per confermare che alle elezioni presidenziali statunitensi dello scorso novembre la cosa buona non sia stata la vittoria di Trump, ma la sconfitta del carrozzone sinistrorso che ha scaricato troppo tardi un Joe Biden sempre meno lucido (lo so, sto esagerando con gli eufemismi, chiedo venia) per sostenere una Kamala Harris che per quattro anni era stata all'ombra dello stesso Biden e non aveva nulla di realmente diverso, politicamente parlando, da offrire agli elettori.
Ciò che accomunava le due proposte politiche era l'assenza di una qualsivoglia intenzione di ridimensionare il ruolo del governo e invertire una trariettoria ormai fuori controllo del debito federale, a suon di deficit annuali per oltre 6 punti di Pil. Cambiava la composizione di quel deficit, ma quasi null'altro.
Dovendo rifinanziare oltre 11mila miliardi di dollari di debito tra il 2025 e il 2026, il tutto anche per via della pol
In effetti qua i liberisti devono farsi sentire con forza! Non sia mai venga visto come un “precedente”!!!!
“Unfair foreigners”, ma per piasì.
“EU treats us so terribly” ma va a caghè.
“I could end the war in Ukraine in 24h.”, ma fate fürb.
L’unico a cui piace sto pagliaccio di Trump non può che essere Putin.