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Le terre rare cinesi non sono così rare come si pensa

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di MARIAN L. TUPY La Cina ha risposto agli aumenti dei dazi del presidente Trump con una serie di misure di ritorsione. Il 4 aprile, tra le altre misure, Pechino ha sospeso l'esportazione di alcuni dei 17 metalli delle terre rare e dei magneti ad essi associati che sono vitali per la difesa, l'energia e l'industria automobilistica americana. I commenti che ne sono seguiti hanno rivelato l'esistenza di una profonda ansia per le presunte vulnerabilità occidentali. Il New York Post ha accusato i cinesi di "mettere in ginocchio l'industria statunitense". La BBC ha dichiarato che questa nazione comunista ha inferto "un duro colpo agli Stati Uniti", mentre l'Economist ha avvertito che il controllo cinese delle terre rare è “un'arma che potrebbe danneggiare l'America". Questi commentatori non hanno tutti i torti. Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia, la Cina produce circa il 61% dei minerali di terre rare e ne lavora il 92%. La reazione angosciata della stampa americana,
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