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Ogni anno, puntuale, la solita menata sull’evasione fiscale

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di MATTEO CORSINI

Ogni anno Itinerari Previdenziali mette in evidenza che, guardando alla distribuzione dei pagatori di IRPEF, risulta che buona parte degli italiani sono dei morti di fame, considerando che circa tre quarti dei cosiddetti contribuenti paga meno di un quarto dell’IRPEF totale, mentre i tre quarti del gettito sono a carico di chi supera i 30mila euro. Coloro che dichiarano oltre 50mila euro sono poco più del 5% ma pagano oltre il 40% del totale. Scrive (tra i tanti) Roberto Sommella, direttore di Milano Finanza:

  • “I dati IRPEF rivelati da Itinerari Previdenziali mi suggeriscono che occorre aumentare la lotta all’evasione. E il motivo mi pare semplice: ad un euro evaso corrisponde un euro dei debito pubblico in più, perché chi evade non solo non paga le tasse ma usa gratis i servizi statali che invece costano. Solo risolvendo questo problema avremo equità fiscale, più risorse da spendere e maggiore crescita”.

Premesso che sono uno tra coloro che sopportano (via ritenuta alla fonte da parte di sostituto d’imposta) il maggior onere dell’IRPEF, quindi ciò che sto per sostenere non è viziato, per così dire, da conflitti di interessi, quello di (tra gli altri) Sommella è divenuto un mantra, essendo ripetuto costantemente da anni. Peccato che, anche tralasciando le argomentazioni strettamente libertarie inerenti la violazione del principio di non aggressione da parte del fisco, l’aumento della lotta all’evasione, che pure ha dato risultati negli ultimi anni, non porterebbe con ogni probabilità nulla di quello che sostiene Sommella.

In primo luogo, l’evasione è ancora elevata, ma è diminuita. Eppure non c’è stata alcuna riduzione della pressione fiscale. Semplicemente l’aumento della spesa ha corso più velocemente. E non c’è motivo di ritenere che andrebbe diversamente con un maggior recupero di gettito. Lo stesso Sommella, tra l’altro, dice che ci sarebbero “più risorse da spendere”.

In secondo luogo, se davvero a maggior gettito IRPEF corrispondesse maggiore crescita, si dovrebbe passare a una tassazione ancora più elevata di quella attuale. E i Paesi in cui il fisco è meno rapace dovrebbero passarsela maluccio. L’esperienza empirica non supporta questa narrazione.

Ciò detto, invece di rincorrere l’evasione sarebbe il caso di provare a ridurre la spesa, anche per molti servizi erogati dallo Stato. I falsi indigenti verrebbero a galla. Per quelli veri potrebbero esserci forme di assistenza volontaria, che con un fisco meno esoso potrebbero essere molto più consistenti. Non succederà, ovviamente. E andremo avanti di anno in anno a sentire sempre lo stesso mantra, con un’evasione in calo ma in misura inferiore all’aumento della spesa pubblica.

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