di REDAZIONE
Alle elezioni supplettive di domani in Myanmar (più conosciuta come Birmania) sono in palio soltanto 45 seggi sugli oltre 1.160 dei tre rami del parlamento. Ma, al di là delle cifre, il voto del primo aprile potrebbe cambiare molte cose. Perchè per la prima volta è candidata Aung San Suu Kyi, la leader dell'opposizione birmana, e sulla regolarità del voto si gioca la possibile revoca di una parte delle sanzioni internazionali.
Il voto di domenica è quindi un passo importante sulla strada della democratizzazione di questo paese asiatico guidato da una dittatura militare fin dal 1962. Accolta ovunque da folle che gettavano petali di fiori in suo onore durante la campagna elettorale, Suu Kyi è ben cosciente della posta in gioco. E ieri ha voluto parlare con chiarezza ai giornalisti: «Non penso di poter dire che queste elezioni siano libere ed eque, se guardiamo alle irregolarità avvenute». Irregolarità che vanno «oltre quanto è accettabile in una elezione d
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