di MATTEO CORSINI
Una delle caratteristiche di ogni Stato consiste nel mettere le persone che a vario titolo fanno parte delle sue articolazioni al di sopra degli altri cittadini, i quali per di più sono costretti, via tassazione, a fornirne i redditi. I cosiddetti servitori dello Stato sono in realtà serviti, quando si tratta della loro busta paga, dai veri servitori, ossia dai pagatori di tasse.
Nei giorni scorsi il governo ha battibeccato con l’Università di Bologna perché questa si è rifiutata di istituire un corso di filosofia riservato agli allievi ufficiali dell’Accademia militare di Modena. Il presidente del Consiglio e diversi membri della maggioranza hanno parlato di lesione dei doveri costituzionali da parte dell’ateneo, che per bocca del rettore pro tempore, Giovanni Molari, ha chiarito che “l’Università di Bologna non ha mai “negato” né “rifiutato” l’iscrizione a nessuna persona. Come per tutti gli Atenei italiani, chiunque sia in possesso dei necessari requisiti può iscriversi liberamente ai corsi di studio dell’Ateneo, comprese le donne e gli uomini delle Forze Armate”.
In sostanza, ogni persona, senza distinzione tra civili e militari, può iscriversi se in possesso dei requisiti previsti per tutti.
Secondo Giorgia Meloni il rifiuto a istituire un corso ad hoc per i militari “implica una messa in discussione del ruolo stesso delle Forze Armate, presidio fondamentale della difesa e della sicurezza della Repubblica, come previsto dalla Costituzione”. Non vedo per quale motivo si debba paventare la messa in discussione il ruolo delle Forze Armate per il solo fatto di non voler istituire corsi a esse riservati, senza peraltro negare a nessuno l’iscrizione ai corsi già rivolti a tutti i cittadini.
Anna Maria Bernini, ministro dell’Università, assicura: “Il corso si farà. Mi faccio garante della sua realizzazione. Al riguardo mi impegno, con un forte senso di responsabilità, a garantire non solo l’attivazione del corso, ma anche un passo in più: ho proposto la creazione di un gruppo interforze delle università dell’Emilia-Romagna, guidato dall’Ateneo di Modena-Reggio Emilia, per rispondere in modo efficace alle esigenze formative degli allievi dell’Accademia”.
Quale sia il “forte senso di responsabilità” francamente mi sfugge. Io ci vedo solo una logica non dissimile da quella della Fattoria degli animali di Orwell.

