di KATIA MENZA
Quello che segue è il mio breve racconto. Che naturalmente può essere corredato da una corposissima documentazione, che prova nei dettagli, e al di là di ogni ragionevole dubbio, l’infondatezza degli accertamenti del Fisco, oltre che la malafede delle persone preposte a fare i controlli successivi alla notifica dell’avviso di accertamento. Questa storia deve essere raccontata. Deve essere ascoltata. Deve diventare l’emblema dell’ingiustizia che si accanisce contro una cittadina innocente. Qui non c’è il dramma di debiti accumulati a cui non si sa come far fronte. Qui c’è la tragedia di una cittadina che nulla deve, perseguitata ingiustamente, privata della possibilità di spiegare la verità, condannata senza entrare nel merito di quanto contestato, defraudata dei più basilari diritti civili, stritolata da un sistema iniquo.
Vorrei raccontare la mia incredibile storia.
L’Agenzia delle entrate mi chiama al telefono ad aprile del 2010. Avevano il mio
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