di STEFANO MAGNI
In Grecia sta fallendo lo Stato. Non ci sono spiegazioni alternative. I governi socialisti e conservatori, nel corso di un decennio, hanno speso ben oltre le capacità dei loro contribuenti. Hanno strapagato i loro funzionari. Hanno assunto e stipendiato milioni di lavoratori socialmente inutili. Hanno costruito stadi e altre “meraviglie” olimpioniche, per poi abbandonarle come cattedrali nel deserto. E adesso si ritrovano con le casse semi-vuote: a fine giugno non saranno neppure più in grado di pagare stipendi pubblici e pensioni, come ha mestamente ammesso il premier tecnico Lucas Papademos. La parabola della Grecia è finita nel baratro della bancarotta. Ma il problema, come si deduce dalla notizia di oggi del ritorno alle urne dopo il fallimento di ogni accordo di governo, è che i cittadini e contribuenti greci non hanno capito che il loro Stato sta fallendo.
Le elezioni di nove giorni fa hanno dato vita a un Parlamento tenuto in ostaggio da comunisti
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