di CARLO ZUCCHI*
Il 3 gennaio di quest’anno scrissi che l’euro compiva dieci anni, ma era già pronto per la pensione. Per fortuna, la fine della moneta unica è ancora un’ipotesi che si farà di tutto per scongiurare, ma il fatto che da tempo si prendano in considerazione scenari post-euro la dice lunga sulla fragilità monetaria europea.
Oggi si dà la colpa alla Germania “rigorista” o alla Grecia “truffaldina”. Eppure, trovo non solo ingiusto, ma persino immorale fare di Angela Merkel il capro espiatorio per le ruberie altrui. Inoltre, va ricordato che l’euro è stato “ideato” all’inizio degli anni Novanta proprio per imbrigliare lo “strapotere economico e politico tedesco”, in seguito alla riunificazione, avvenuta nel 1989, dell’allora Germania Est con il resto del paese. Fu così che la dirigenza europea di quegli anni, sviata dai ricordi della seconda guerra mondiale e dagli incubi della “bestia bionda” di hitleriana memoria, si prodigò per
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