di MATTEO CORSINI
Carlo Carboni, professore di sociologia economica all'Università Politecnica delle Marche, analizza il recente voto alle amministrative e sostiene che a preoccupare non deve essere tanto l'antipolitica, bensì l'indifferenza e l'astensione. Fenomeni che fornirebbero la spiegazione (spero che Carboni non la consideri esclusiva ed esaustiva) del perché l'Italia “va male”. Ecco le sue parole:
"In realtà, tutti perdiamo con l'aumento dell'indifferenza e dell'astensione. L'Italia va male perché agli italiani continua a mancare la lucidità, a partire dalla cabina elettorale, di essere essi stessi artefici, responsabili e arbitri dell'”andamento delle cose” nel Paese… L'indifferenza – un tempo imperturbabile apatia – è diventata, per gli antipatizzanti della politica, un traguardo sociale per non sentirsi più moralmente vincolati a una politica deragliata per la sfiducia e l'indignazione battente. La defezione dal voto è perciò un effetto non tan
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