di ANDREA PAGANELLA
Chi ritiene – ed io sono tra questi – sia ormai da tempo giunto il momento di concretizzare in atti tangibili il bisogno di autogoverno delle nostre terre, non può che analizzare con estrema attenzione il processo di travaglio e mutazione che sta attraversando la Lega Nord. Nonostante le numerose sollecitazioni che mi sono giunte, perlopiù critiche, in merito al fatto di continuare a disquisire della Lega, ribadisco che non è mia intenzione indugiare sulle divisioni che attanagliano il variegato panorama dell’autonomismo padano, addentrandomi in dispute, quasi sempre autoreferenziali, con chi considera la Lega il “male assoluto” e si diletta nel rilasciare patenti di maggiore o minore “Credo” indipendentista.
Suonerò scontato e lapalissiano, ma è sempre utile ricordare che con le divisioni, con le polemiche e con i personalismi rancorosi non si va da nessuna parte.
Venendo, quindi, alla tanto amata o odiata, osannata o vituperata Lega Nor
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