di DANIELE V. COMERO
Finito il torneo del pallone europeo siamo veramente in braghe di tela, non perché abbiamo perso la finale, ma per i soliti problemi, che nel frattempo sono peggiorati. Uno su tutti: non si sa più a che santo votarsi per togliersi il pesante giogo del sistema elettorale dei nominati imposto dalla casta politica, con la firma di Calderoli e l’ideazione di Casini, con l’avvallo decisivo di Berlusconi nel 2005.
Nell’ultimo articolo, quello che ha trattato dello “scambio fasullo” tra le riforme istituzionali al Senato, di settimana scorsa, si è parlato del PDL, giano-bifronte, che a Palazzo Madama ha messo in piedi una riedizione della vecchia maggioranza con la Lega, al solo scopo di far saltare tutto, compresi i tagli alle sedie di deputati e senatori, mentre a Montecitorio, contemporaneamente, trattava un altro scambio, in linea con l’asse del governo Monti, sulla nuova legge elettorale. Al presidente Napolitano la sceneggiata non è piaciuta un
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