di SALVATORE ANTONACI
La Spagna, è cronaca di questi giorni, sta vivendo uno dei momenti peggiori della sua non lunghissima storia democratica. Certo nulla a che fare (per fortuna) con i pronunciamentos militari e lo spettro doloroso di una delle guerre civili più sanguinose di sempre. Ma il crollo fragoroso di un'economia emergente e fragilissima, la spirale senza fine della disoccupazione (siamo oramai prossimi al 24%), i conti in rosso e la tutt'altro che remota possibilità di un catastrofico crack bancario stanno mettendo a dura prova la credibilità della politica e delle istituzioni del paese iberico.
Né basteranno a scongiurare il momento i superpoteri, più ostentati che reali, del superboss della BCE Mario Draghi. Il ridimensionamento di Madrid sulla scena mondiale e continentale risulterà assai umiliante visto e considerando che quasi vertiginosa era apparsa la crescita degli anni recenti allorquando il Premier socialista Zapatero poteva permettersi di irridere
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