di CARLO ZUCCHI
La scorsa settimana i bagnini della Versilia hanno dato vita a una protesta contro la direttiva Bolkenstein in materia di concorrenza, che prevede che le concessioni balneari vengano periodicamente sottoposte a un’asta pubblica, così da aumentare il grado di concorrenza di un settore in cui le concessioni si tramandano di generazione in generazione.
Non così hanno fatto i bagnini della riviera romagnola, che non hanno aderito alla serrata, in quanto hanno preso atto che contro la direttiva Blokestein protestare è inutile e tanto vale “affilare le armi” in sede di trattativa con il governo. Personalmente, mi batto da sempre per un po’ più di concorrenza in questo disgraziato paese afflitto da corporativismo endemico, ma la messa all’asta delle concessioni balneari rispecchia una concezione della concorrenza quanto mai “burocratica”, più da aule universitarie che da mercato reale. Infatti, quello delle aste periodiche per aggiudicarsi una concessi
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