di ROMANO BRACALINI
Ci si chiede, senza poter ottenere una risposta univoca e coerente, se la volontà di rifiutare l’accanimento terapeutico sia un gesto che la Chiesa condanna in ogni caso, oppure è propensa a fare delle eccezioni. Il quesito, non di poco conto, è sorto dopo che sono state rese note le ultime volontà del cardinale Martini, il quale dopo una lunga malattia, che gli impediva alcune funzioni vitali, ha chiesto ai medici l’interruzione della terapia. Da parte della Chiesa non v’è stato alcun commento, il che ha lasciato supporre che essa non avesse alcun biasimo da fare. La cosa non è passata sotto silenzio e i primi ad attaccare il comportamento della Chiesa sono stati i radicali e alcuni ambienti laici i quali hanno ricordato come il caso Englaro, del tutto analogo, incorse nella condanna senza appello del Vaticano. Ai radicali e ai laici, ha risposto con ragionamento vago e fumoso un cardinale spiegando che i due casi erano diversi e la differenza consis
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