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Hong kong resiste alla cina. l’opposizione ha diritto di veto

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di STEFANO MAGNI Hong Kong resiste alla Cina, non solo con le proteste di piazza, ma stavolta anche con il voto. Le urne si sono aperte questa domenica per eleggere il nuovo Parlamento, che avrà 70 deputati, contro i 60 della scorsa legislatura. La maggioranza è ancora saldamente nelle mani dei filo-cinesi, che hanno conquistato 43 dei 70 seggi in palio. Ma i democratici, con i loro 27 deputati, hanno passato la soglia di 1/3 della camera, cosa che permette loro di esercitare il diritto di veto su ogni nuova legge presentata dal primo ministro. Dal 1997 Hong Kong, ex colonia britannica, è stata “restituita” alla Cina. Ma è e resta un’isola di libertà. Libertà economica, prima di tutto: è sempre in testa all’Index of Economic Freedom, perché è la città-stato che meno ficca il naso negli affari privati dei suoi cittadini e degli investitori stranieri. Sin dagli anni ’90, Hong Kong ha dato l’esempio per la sua flat tax al 15% e per il suo bassissimo livello di
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