di DANIELE V. COMERO
Le primarie indette per il prossimo novembre dalla sinistra, intesa come PD più SEL di Vendola sono da considerare con molta attenzione, mista a diffidenza. La candidatura di Matteo Renzi sembra calzare a pennello al motto della politica italiana: cambiare tutto per non cambiare nulla.
Il messaggio trasmesso dai solerti TG della sera è chiaro: Bersani è la tradizione, esponente del vecchio PCI, mentre Renzi è il nuovo, giovane e rampante. Entrambi hanno assunto un profilo comunicativo ben preciso: Bersani è bonario, gioca ad imitare il suo imitatore, il comico Crozza, risultando naturalmente gradevole, per l’inflessione emiliana, meno musone dei classici leader comunisti. Renzi è competitivo, con un originale stile toscano-guascone pseudo obamiano.
Uno stile efficace, che sta riuscendo alla grande in una operazione da giano-bifronte: da una parte guarda alla componente libertaria della sinistra, non comunista, mimetizzando con grande abilità la su
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