di CLAUDIO ROMITI
Il 4 dicembre scorso si è impiccato il gestore di un bar nel centro di Treviso. Aveva solo 37 anni. Si tratta dell'ennesima vittima di un disastro economico e culturale senza precedenti, se non nella catastrofe della seconda guerra mondiale. Soprattutto nel Veneto, terra in cui la dignità si coniuga con il senso di responsabilità individuale, la crisi di un Paese impazzito sta letteralmente distruggendo l'orizzonte di tutti quei produttori privati, imprenditori e salariati, che hanno sempre contato sulle proprie forze per costruire un futuro per sé e per i propri figli. Ma l'impressionante aumento delle pretese fiscali dello Stato ladro (e dei suoi enti territoriali), unito al combinato disposto del relativo effetto recessivo e della congiuntura internazionale, stanno mettendo con le spalle al muro le zone più trainanti del Nord. Zone in cui si produce e si pagano le imposte quasi fino all'ultimo euro. E quando il nodo scorsoio di un fisco disumano si stri
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