di FRANCO POSSENTI
Se tutti coloro che hanno annunciato la fine della crisi, a partire dal 2009 ad oggi, fossero stati costretti a dimettersi, oggi esisterebbe l'autogoverno. Ieri, ci ha pensato il gran capo di Confindustria a sbilanciarsi: "L'Italia non è più sull'orlo del baratro e l'euro non è più in pericolo di vita". Lo ha detto il presidente degli industriali, Giorgio Squinzi, intervenendo al convegno del Csc.
Nello stesso intervento, però, è costretto a fotografare la realtà; "Quello che viviamo è il periodo peggiore da quando è iniziata la crisi. Lo affermano i dati in maniera molto dura ma, soprattutto, lo sperimentiamo noi imprenditori tutti i giorni sulla nostra pelle", ha detto Squinzi. "I nostri fatturati si riducono, i tempi di pagamento, soprattutto quelli della Pubblica Amministrazione, si allungano sempre di più". Comunque, secondo Squinzi, "l'Italia ha tutte le risorse e potenzialità per superare questo momento e riprendere cammino della crescita".
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