di TONTOLO
Al popolo affamato che chiedeva aiuto, la regina Maria Antonietta aveva risposto sprezzante che se non avevano pane avrebbero potuto mettersi a mangiare brioches. Una cosa del genere deve averla pensata anche il consigliere Bossetti: se non ci danno l’autonomia, ci prendiamo i bignè. E se ne è presi tanti da fare una rivoluzione a colpi di colesterolo, una secessione a suon di diabete. Bossetti, che porta scolpito nel diminutivo del cognome il riconoscimento della grandezza di Bossi - proprio come c’erano Napoleone il Grande (che era piccolo) e Napoleone il Piccolo (che era uno spilungone) - in questo gioco di contrari rappresenta la bulimia zuccherina, la crapula del profiterol, contrapposta ai sobri gusti gastronomici del suo ex capo, tutto scatolette e crackers.
Bossetti è uomo di smodate passioni (i gadgets, le frequenze radiofoniche e ora la pasticceria di qualità) e dai succhi gastrici vulcanici: finito in Consiglio regionale negli angusti orizzonti del lis
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