di ENZO TRENTIN
Lo strumento principe attraverso cui il cittadino sceglie i propri rappresentanti è il voto. Tutti gli Stati democratici riconoscono ai propri cittadini il diritto di voto, che è chiamato anche «suffragio», uno strano termine che è usato anche dalla chiesa col significato di aiuto, soccorso, preghiera. In campo politico esso indica la facoltà che è concessa al cittadino di implorare qualcuno affinché si faccia carico di curare i suoi interessi, riconoscendo così al rappresentante superiori qualità e capacità. È come se l’elettore dicesse al suo candidato preferito: «per favore, a miei interessi pensaci tu, perché io non ne sono capace». È il tipico atteggiamento del bambino che si rivolge all’adulto per ottenerne il necessario aiuto e che è stato portato a livelli estremi dall’ebraismo antico.
Soffermiamoci per un momento a riflettere su queste poche frasi di una lunga conversazione con Pietro Muni, un ricercatore di materie socio-politiche,
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