di GIANLUCA MARCHI
Qui la casa brucia, anzi ormai è già andata a fuoco quasi del tutto, e la politica romana che fa? A un mese e oltre dal voto si alambicca in riti e terminologie bizantine: siamo in stallo, le consultazioni non sono state risolutive, il pre-incaricato Bersani non si sa se abbia rinunciato al pre-incarico e cos'altro stia aspettando per sancire il proprio fallimento. Così Re Giorgio s'è ripreso in mano il pallino, ammesso e non concesso che l'abbia mai mollato, e oggi farà un giro veloce di consultazioni, perché poi dovrà presumibilmente tornare nella sua Napoli a santificare la Pasqua intorno a pastiera e sfogliatelle. Al termine della giornata molti si aspettano che Napolitano estragga dal cilindro quel nome così forte e così super partes, ma non tecnico alla Monti, in grado di mettere rapidamente in piedi un "governo del presidente", che vada in Parlamento a proporre un programma limitato e di emergenza, per poi presumibilmente riportare il Paese ad el
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