di GILBERTO ONETO
Ha ragione Beppe Grillo quando dice che fare ministro una campionessa olimpica è da sottosviluppo culturale. Ma se la Idem è roba da terzo mondo, la signora Kyenge cosa significa secondo Grillo?
Viene il fondatissimo sospetto che abbia ragione La Russa quando sostiene che la nomina sia essenzialmente un tributo simbolico alla differente pigmentazione. Non si può usare il termine “negra” perché pare sia poco rispettoso, non si può dire “di colore” perché la stessa ministra non gradisce, si deve evitare il berlusconiano “abbronzata”, ma non si può neppure dire “nera” perché la signora non è nera, è marrone. Non vanno bene neanche lo shakespeariano “mora”, né “bruna” (che puzza di nazismo), “caffè” e “cioccolato” odorano di paternalismo coccolone. Insomma, la signora Kashetu Kyenge è proprio solo marrone.
Il problema non è però cromatico ma di capacità e di competenza. Il curriculum “ufficiale” della signora
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