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Si è autoproclamato "reggente provvisorio" di un nuovo Stato, nato dalla separazione in due della Sicilia, e, ricorso dopo ricorso, è arrivato davanti alla Corte di Cassazione affinché venisse riconosciuta la nuova realtà geografica e politica. Giuseppe Mignemi, questo il nome del fantasioso ricorrente, ha portato in tribunale un prefetto e un magistrato della Corte dei Conti per ottenere "la condanna dello Stato italiano alla spartizione della Sicilia in due zone". In particolare: una indipendente e neutrale, l'altra autonoma, a Statuto incompleto "da sessant'anni per ostruzionismo e complotto politico del governo unitario e accentrato a Roma".
Gli ermellini si sono tolti dall'imbarazzo di pronunciarsi sulla divisione o rinviare le carte alla Corte Costituzionale, come richiesto in subordine dal ricorrente, per il semplice fatto che Mignemi ai tre gradi di giudizio si è presentato senza un avvocato, cosa impossibile secondo il nostro Codice di procedura penal
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