di COSTANTINO de BLASI
Da quando, con provvedimento rapidamente approvato dal Parlamento nel luglio 2012, è entrato in vigore il “Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'unione economica e monetaria”, lo spettro della povertà e del disastro ha cominciato ad essere agitato da più o meno improvvisati catastrofisti di professione. A questa già folta schiera di menagramo si sono via via aggiunti altri solerti protagonisti, forse affascinati dalla prospettiva di una facile presa delle coscienze di un messaggio tanto dirompente quanto falso.
Il 19 luglio 2012 il quotidiano Libero titolava: “pagheremo 45 miliardi di euro all’anno per 20 anni”. Silvio Berlusconi, il cui governo aveva promosso e portato in parlamento il pareggio di bilancio in costituzione, con una tipica manovra di contraddizione e disconoscimento delle proprie azioni, ha attaccato a più riprese il trattato. Mario Monti, non un omonimo ma proprio il presidente del consiglio dell’auster
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