di MATTEO CORSINI
In contesti orwellini, capita non di rado che, contestando l'abuso del diritto, la (in)giustizia tributaria fornisca esempi di abuso di potere nei confronti dei pagatori di tasse. Mi fornisce uno spunto in tal senso una recente sentenza della Corte di giustizia tributaria di Bologna, che ha contestato per l'appunto l'abuso del diritto a una società di autonoleggio che aveva trasferito la sede a Trento pur continuando a operare di fatto nei dintorni di Bologna.
Da circa un decennio, per effetto del federalismo fiscale, l'imposta di bollo e l’imposta provinciale di trascrizione non sono allo stesso livello in tutta Italia. Nel caso specifico, pagare a Bologna costa circa il 25% in più rispetto a farlo a Trento. Posto che non mi è affatto chiaro quali migliori o più estesi servizi giustifichino le maggiori richieste emiliane, non ci vedo nulla di abusivo nel trasferire la sede dove l'ente locale è meno esoso.
Pur prescindendo dalle argomentazioni libertarie
Il bello è che Draghi diceva che chi fallisce evidentemente non è capace. Se minimizzare i costi significa incapacità, allora imparare significa abbassare il proprio grado culturale. Abbassamento che gli adoratori del citato banchiere hanno adottato da tempo.