di MARIO FAGIOLI
La crisi e la rinascita economica argentine sono spesso raccontate attraverso il linguaggio tecnico della finanza: default, inflazione, debito sovrano, fuga di capitali. Ma c’è una chiave di lettura più profonda, più culturale, più filosofica.
La preferenza temporale, concetto centrale della Scuola Austriaca di Economia, indica quanto un individuo (o una società) valuti il presente rispetto al futuro. Chi ha una preferenza temporale alta vuole tutto e subito. Chi ce l’ha bassa, è disposto a rinunciare a qualcosa oggi per ottenere una maggiore gratificazione domani. Così, una bassa preferenza temporale si traduce in un maggiore accumulo di capitale, un aumento della produttività e un miglioramento del tenore di vita. Al contrario, l’assenza di risparmio implica l’assenza di capitale e, di conseguenza, un ostacolo allo sviluppo e al progresso.
Per Eugen von Böhm-Bawerk, ogni forma di interesse nasce proprio da questa differenza: si rinuncia a un
L’Argentina ha un eccellente futuro. Diversamente dall’italia e dalla Ue.
Mi permetto un’ipotesi un po’ meno ottimistica. Non escludo che ci siano forze interne nella stessa Argentina che potrebbero impedire, attraverso boicottaggi pseudoistituzionali, l’eccellente futuro che auspichiamo. Approfittando, magari, dell’attualmente incompleta maggioranza parlamentare de “La Libertà Avanza”. E non è detto che una maggioranza sufficiente possa essere raggiunta nelle elezioni di mezzo termine. Se il boicottaggio riuscisse, avremmo gli informatori di regime pronti a evidenziare i presunti fallimenti di un modello oggettivamente ideale. In quel caso, il futuro dell’Argentina sarebbe simile a quello dell’Italia e dell’Europa. Chi ha fede, preghi. Gli agnostici come il sottoscritto, auspichino.
Eh sì, inoltre mettici gli utili idioti libertarati…