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Argentina, la povertà cala ancora. Dal 54,8% al 31,7% in un solo anno e mezzo

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di REDAZIONE

Inflazione sotto controllo, economia in crescita a un tasso annuo di quasi il 6%, salari reali in aumento e rischio di default lontano anni luce dal 2023. In poco più di un anno e mezzo, il rinnovamento che l’Argentina di Milei sta subendo non ha eguali nella storia recente, soprattutto grazie alla “medicina” utilizzata dal governo, radicalmente opposta a quella utilizzata oggi per risolvere un problema economico.

Invece di aumentare la spesa pubblica o stabilire nuove normative per affrontare i problemi, Milei ha optato per l’opposto. Il politico argentino ha deciso di tirare fuori il “manuale di politica liberal-libertaria” per attuare ingenti tagli alla spesa pubblica (leggasi motosierra), una massiccia deregolamentazione di interi settori e lasciare che la “mano invisibile” di Adam Smith faccia il suo lavoro. Con sorpresa di molti… per ora, sta funzionando! La povertà è nuovamente diminuita drasticamente in Argentina nel primo trimestre dell’anno, nonostante un marzo economicamente negativo.

Il governo argentino e due enti privati ​​hanno pubblicato i dati sulla povertà per il primo trimestre dell’anno. Sebbene i dati non corrispondano perfettamente, i tre enti che hanno pubblicato le loro statistiche sono molto simili e rivelano che il tasso di povertà è ora al livello più basso dal 2018. Potrebbe non sembrare molto, ma la verità è che per un Paese che si è impoverito per decenni, tornare indietro nel tempo significa in realtà progredire in termini economici. I risultati pubblicati dal Ministero del Capitale Umano rivelano che nei primi tre mesi del 2025 la povertà è diminuita di oltre 20 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, raggiungendo il 31,7%, un minimo mai visto dal 2018.

Lo ha annunciato il Ministero del Capitale Umano in una nota pubblicata sul suo account social X, in cui ha indicato che “il tasso di senzatetto è diminuito di 12,9 punti percentuali rispetto al primo trimestre” del 2024. I dati sono tratti da uno studio del Consiglio Nazionale per il Coordinamento delle Politiche Sociali (CNCPS), allegato al portafoglio ministeriale, sebbene il Ministero abbia precisato che le informazioni si basano su dati dell’Istituto Nazionale di Statistica e Censimenti (INDEC), e in particolare sul suo “Rapporto sulla Distribuzione del Reddito”, pubblicato giovedì.

” Questa stima del 31,7% rappresenta un calo annuo di 23,1 punti percentuali (PP) rispetto al primo trimestre del 2024, quando è stato registrato il picco più alto di povertà, stimato al 54,8%”, ha affermato il governo argentino. L’amministrazione di Javier Milei ha sottolineato che, secondo l’INDEC (Istituto nazionale di statistica e censimento), la povertà è scesa dal 52,9% al 38,1% tra il primo e il secondo semestre del 2024, considerando che il suo mandato è iniziato alla fine del 2023. Poi, è arrivato il resto della discesa.

Allo stesso modo, si è vantato che la povertà sia scesa dal 20,2% del primo trimestre del 2024 al 7,3% nello stesso periodo di quest’anno, con un calo annuo di quasi 13 punti percentuali. Il governo argentino ha attribuito queste cifre “all’attuazione di politiche economiche che hanno contribuito a ridurre l’inflazione e a stabilizzare l’economia “, celebrando il fatto che “la povertà continua a diminuire” nel paese latinoamericano. Il grafico pubblicato in questo articolo si riferisce ai dati sulla povertà solo per il primo trimestre dell’anno. Il dato ufficiale è pubblicato semestralmente dall’INDEC (Istituto Nazionale di Statistica e Censimento).

Perché la povertà sta diminuendo in Argentina?

Le politiche di Milei e del suo governo durante questo periodo avevano un obiettivo principale: superare l’inflazione ed evitare l’iperinflazione già in atto al momento del suo arrivo alla presidenza. L’austerità fiscale, il contenimento della spesa pubblica e il congelamento della base monetaria contribuiscono a contenere l’inflazione perché riducono la pressione della domanda sui prezzi. La forte moderazione dell’inflazione, unita alla ripresa economica (in crescita da tre trimestri), ha permesso al potere d’acquisto degli argentini e ai salari reali (al netto dell’inflazione) di aumentare. Oggi, gli argentini si trovano in una situazione economica migliore rispetto a qualche anno fa.

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Come è stata frenata l’inflazione? Quando un governo limita la spesa ed evita di iniettare grandi quantità di denaro nell’economia, riduce il rischio che un eccesso di denaro vada a caccia di una quantità limitata di beni e servizi, il che in genere porta a prezzi più alti.

Inoltre, rallentando la crescita della base monetaria, si evita un aumento artificiale della liquidità, mantenendo più stabili le aspettative di inflazione. Questa disciplina fiscale e monetaria rafforza anche la fiducia nella stabilità macroeconomica del Paese, ancorando le aspettative di consumatori e investitori.

Allo stesso tempo, ciò ha permesso all’economia argentina di tornare a crescere a ritmo sostenuto, portando la componente dei consumi privati ​​reali ai massimi storici. Questo indicatore di consumo è spesso un indicatore più affidabile del benessere della popolazione, poiché rivela la reale capacità di consumo delle famiglie (consumo di beni e servizi). Con la povertà in calo, il PIL in aumento e l’inflazione in linea, l’economia argentina dovrebbe continuare a prosperare nei prossimi trimestri.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALETRADUZIONE DI ARTURO DOILO

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