di MATTEO CORSINI
All’indomani del provvedimento governativo che ha mandato in liquidazione Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza mediante la creazione di una bad bank pubblica e la cessione di asset in bonis a Banca Intesa per il corrispettivo di un euro (oltre a garanzie verso l’acquirente), in tanti hanno cercato di difendere l’operato del governo. Tra costoro, Marco Onado sul Sole 24Ore. Su un punto credo sia bene fare chiarezza, a prescindere da cosa si pensi in merito alla vicenda (fermo restando che, a mio parere, l’operato delle autorità italiane ed europee è indifendibile).
Sostiene Onado: “La tormentata vicenda rivela almeno tre verità sgradevoli. La prima è che la procedura europea, oltre che essere complicata dall’operare congiunto di autorità e istituzioni nazionali e sovranazionali, crea problemi ogni volta che si tratta di applicare i meccanismi di coinvolgimento dei creditori diversi dai depositanti, che era stata presentata come l’uovo di C
Le norme sui fallimenti bancari introducono una discrezionalità abusiva.
Tutto va a schifio se si perde di vista la vera cosa importante, che la banca commercia denaro ed è un’attività economica come altre.
Da come la vedo io basterebbe il codice civile per trattare la materia di fallimenti bancari.
Naturalmente, una volta che ogni distinguo perché banche, o ogni normativa legale particolare e di favore fossero superati, allora le banche stesse sottoposte ai rigori e alle norme del codice civile sarebbero le prime ad invocare una sostanziale modifica del sistema di riserva frazionaria.
Credo che il motivo per cui le banche in Italia non siano soggette ai rigori del codice civile è perché in poche parole sono le uniche che comperano ancora i titoli di Stato italiani. In poche parole usano i soldi della BCE (ed anche i nostri) che sarebbero invece destinati a sostenere l’economia per comperare dei titoli spazzatura ad un tasso d’interesse bassissimo (nonostante l’elevato rischo) e fuori mercato.
Non dimentichiamoci che in Italia non ci sono reali alternative, l’uso del denaro viene ostacolato ed impedito in tutti i modi ed anche avere un conto all’estero, nonostante vi sia l’Unione Europea, non è così alla portata di tutti, se esistesse la filiale della banca tedesca che un minuto dopo il versamento sposta i soldi su un conto all’estero forse anche il vecchietto preferirebbe la sana concorrenza della banca estera senza il problema dell’home banking o del bancomat.
Si è generato così un mostro, l’Italia esiste perchè le banche italiane gli comperano i titoli di Stato, le banche italiane grazie al supporto all’Italia godono di una totale immunità per i reati dei suoi vertici, nessuno indaga su come vengono gestite e a chi danno i soldi in prestito, l’Italia interviene sempre per evitare una crisi bancaria che se si estendesse provocherebbe il fallimento dello Stato.
Un suggerimento: tenete pochi soldi in Italia, il resto mettetelo in banche straniere, è legale, se si superano i 15.000 euro di giacenza media occorre dichiararli nel quadro RW, si pagano 35 euro di Ivafe per ogni conto estero, se siete pessimisti prendenteli in valuta estera, siete però a rischio di cambio ma se l’euro fallisse invece sarete contenti, se siete ottimisti prendeteli in euro, si può fare anche in Svizzra. Potete aprirli tramite le filiali in Italia non necessariamente dovete recarvi all’estero, c’è un conto francese Boursorama che è molto economico ed è solo online, e i denari potete spostarli con bonifici, quindi tutto tracciato, tutto si può dichiarare e nessuno potrà importunarvi, neppure Equitalia visto che dal 1 luglio può pignorare i conti correnti italiani.