di MATTEO CORSINI
Non passa mese in cui non si registri un calo delle immatricolazioni di nuove automobili, con la quota di mercato delle full electric che, con buona pace dei Timmermans di questo mondo, resta attorno a un (giustamente!) misero 4%.
I motivi sono abbastanza noti e ricorrenti, per cui non mi ci soffermerò più di tanto. Ma, in sostanza, le auto elettriche costano troppo per l'automobilista medio e, checché ne dicano i cantori, non sono considerate un prodotto migliore da chi guida. Altrimenti non ci sarebbe questa domanda asfittica.
Da anni ormai il mercato vive di ondate di doping da incentivi, che, come ho più volte sostenuto, funzionano (a prescindere da ciò che si possa pensare in merito alla loro (in)opportunità) solo se riservati a una platea contenuta. Altrimenti i costi per la generalità dei pagatori di tasse diventano eccessivi. Eppure dal lato dell'offerta, dopo aver clamorosamente sbagliato i calcoli sull'appoggio ovino alla transizione forzosa,