di RODOLFO PIVA*
Che curioso individuo il sig. Roberto Benigni sempre pronto a sproloquiare sull’unità d’Italia, sull’inno di Mameli con sventolio di tricolore in sostituzione della bandiera rossa che lui, simpatizzante del PCI, in anni non lontani era uso apprezzarne lo sventolio.
E’ anche l’individuo che prese il premio Oscar come migliore attore nel film: “La vita è bella” in cui era trattato in modo delicato il tema dei lager nazisti. Peccato che al compagno Benigni non sia mai venuto il desiderio di realizzare un film sui gulag sovietici nei quali, i morti, sono stati ben più numerosi di quelli dei lager nazisti. Per fare ciò però è necessario avere una onestà intellettuale che il personaggio non possiede o preferisce adattarla ai ritorni (economici) che ne può trarre evitando di perdere le simpatie di trasformisti comunisti, della “sinistra al caviale”, dei radical chic e dei cattolici sinistrorsi.
Ieri ha pensato bene di intrattenere il pubblic
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