di STEFANO SALVI*
Bergamo sarà sempre Capitale dell'intrallazzo e delle banche, cioè Cultura del Capitale non certo Capitale della Cultura. Con queste parole terminavo l'articolo del mese scorso anticipando per filo e per segno lo scoppio degli scandali della Bergamo “Bene”, della Bergamo “Bianca” e della Bergamo “Cattolica” che con grande stupore, meraviglia e sconcerto apprende di essere anch'essa una città identica alle altre, dove accordi sottobanco, tangenti, mazzette, la fanno da padrona senza guardare in faccia a nessuno. In tutto questo lo stupore è mio, perché non capisco come ci si possa meravigliare degli scandali emersi quando è proprio questo “Mondo Cattolico”, messo sotto accusa dalle inchieste milanesi, che spadroneggia a suo piacere in questa città da almeno un cinquantennio. Lo stupore di cui parlavo non è altro che la sana, imperturbabile, comune ipocrisia che caratterizza da anni l'atteggiamento dei “Benpensanti” della città.
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