DI REDAZIONE*
Un tempo dava consigli a Umberto Bossi suo gemello italiano. Oggi Giuliano «Nanu» Bignasca, leader della Lega dei Ticinesi, coeva del Carroccio italiano, invoca un muro proprio al confine di quella Insubria, fra il Varesotto e il Comasco, da dove sono sempre venuti i capi lumbard.
Bignasca ha teorizzato la soluzione del muro per fermare le migliaia di frontalieri italiani che ogni giorno attraversano il confine per lavorare nella confederazione elvetica, sottraendo occupazione agli elvetici e non pagando abbastanza tasse a Berna. Domenica scorsa dalle colonne del suo giornale, Il mattino, s'è spinto anche a fare due conti di quanto l'opera potrebbe costare, rapportandoli ai benefici che lo stop agli italiani: «Costruire un muro che ci separi dalla 'Fallitalia' (così ci chiama il leghista ticinese), della lunghezza di 25 chilometri, l'altezza di quattro metri e lo spessore di 40 centimetri costa circa 50 milioni di franchi, espropri compresi».
Ma con il corr
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