di REDAZIONE
Gli «affari» si concordavano alla tavola imbandita del ristorante milanese Riccione. Tra un’orata al sale, un trancio di pescespada, il quartier generale del presidente del consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni, sceglieva le strategie. Come quando, nel 2009, l’allora assessore allo sport del Comune di Cassano D’Adda, Marco Paoletti, leghista doc, chiede a Boni e al suo responsabile della segreteria, Dario Ghezzi, come comportarsi con le continue richieste di denaro dell’architetto Michele Ugliola. «Tu vai avanti, il partito ti copre», la risposta di Ghezzi.
«L’UOMO DI RIFERIMENTO». L’ultima inchiesta che scuote l’integrità di un altro alto esponente del Pirellone, passa per le confessioni di due pentiti. Il primo, ha il nome proprio di Michele Ugliola. Già passato per un arresto per tangenti, il 13 ottobre del ‘98, per una mazzetta al Comune di Bresso alle porte di Milano. Allora, Ugliola risultava essere l’architetto vicino agli
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