di GIANLUCA MARCHI
La notizia l'abbiamo già data nei giorni scorsi: domattina (domenica) alle 11.30 a Paladina, in provincia di Bergamo, è prevista la cerimonia di intitolazione a Gilberto Oneto della locale sezione della Lega Nord. Fin qui possiamo parlare di un doveroso omaggio, da parte della militanza leghista, ad un personaggio da sempre amatissimo dalla cosiddetta base. D'altra parte Gilberto, al di là del ruolo politico di Umberto Bossi, è stato di gran lunga l'uomo più importante per l'idea di Padania, grazie al suo impegno da intellettuale, da storico e da giornalista. Non per nulla da molti viene considerato il "padre della Padania".
Dunque nulla di strano che, a pochi mesi dalla scomparsa di Oneto, una sezione del Carroccio decida di intitolarsi a lui. Come detto la base leghista ha sempre amato e continua ad amare e ricordare Gilberto. Diverso è il discorso per la dirigenza leghista, soprattutto quella di lungo corso. Se c'è un personaggio che quei signori ha
caro Gianuca della sede di Paladina sono stato uno dei fondatori, di Gilberto ho goduto del privilegio della sua amicizia per tanti anni, di Calderoli ho conosciuto sulla pelle l’ipocrisia e il cinico opportunismo.
Tutto coincide con l’articolo, ribrezzo compreso.
Personaggi senza vergogna ecco di cosa ne è piena la lega oggi, hanno costruito le loro carriere e distrutto un progetto di vero riscatto per le terre del nord.Senza alcun pudore compiono atti di sciacallaggio politico verso uno degli uomini, Oneto, che ha sempre dimostrato serietà e coerenza con il proprio pensiero indipendentista. Più che un gesto per ricordare Oneto lo considero come uno sfregio su un quadro puro e bellissimo qual’era Gilberto e tutto il suo operato per risvegliare e dare una consapevolezza i sopiti popoli del nord.
Ricordo lo scandaloso atteggiamento di Calderoli, all’epoca ministro delle riforme (dopo il malore di Bossi), alla bella giornata di approfondimento sulla riforma della costituzione organizzata dalla Libera Compagnia Padana (quindi Oneto) a Monza… Era il 2005. Calderoli arrivò (probabilmente apposta) in estremo ritardo e con atteggiameto scostante e pieno di boria verso le critiche che giungevano dalla base sinceramente padanista nei confronti della “sua riforma” in sostanza definì tutta l’assemblea come un trappolone. Se ben ricordo gli altri relatori se ne erano già andati e solo l’ecumenico Pagliarini resistette al tavolo, penso solo per puro gesto di buona educazione. Si potrebbe dire che forse è proprio Calderoli ad essere uno dei principali sabotatori del sogno padanista e autonomista