di TONTOLO
Calderoli si era fatto fotografare davanti a una pira di leggi abrogate che andavano a fuoco. Si è vantato di avere fatto piazza pulita di alcune migliaia di leggi inutili, che erano davvero così inutili che nessuno si è accorto che c’erano e che lui le aveva cancellate. Eliminare il nulla sembra più una elucubrazione filosofica che un buon proposito politico. Fra tutte le leggi eliminate non ha toccato nessuna delle norme sabaude e fasciste che puniscono il vilipendio, retaggio della più antica e medievale “lesa maestà”. Non solo, ma ha introdotto surrettiziamente disposizioni che reprimono duramente la “lesa calderolità”.
Si tratta di una colpa labile nelle definizioni giuridiche ma feroce nelle conseguenze: non serve vilipendere, è sufficiente nominare, citare, guardare in un certo modo o non osannare con il preteso rispetto il ministro-segretario-deputato-ras-costituzionalista-vicepresidente-dentista-istituzionalista-baitologo che si viene cac
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